
Distacco di Retina
In condizioni normali la neuroretina, formata da fotorecettori e da altre cellule nervose, aderisce allo strato dell’epitelio pigmentato attraverso cui avvengono gli scambi metabolici provenienti dalla coroide. Il corpo vitreo che è a stretto contatto con la retina, in condizioni particolari, esercita trazioni su zone di retina con minore resistenza causandone la rottura attraverso la quale si infiltra del liquido che accumulandosi al di sotto della neuroretina la separa dall’epitelio pigmentato, distaccandola.
Dunque il distacco di retina è una grave patologia oculare. Già dopo 48 ore dal distacco nella zona interessata inizia la morte delle cellule retiniche, a causa dei mancati scambi metabolici, provocando una perdita funzionale (parzialmente irreversibile). Il danno visivo è particolarmente importante quando il distacco di retina avviene nella porzione centrale come nel foro maculare.
Vi sono diversi tipi di distacco di retina:
- Regmatogeno (DRR): il più frequente. Origina da una rottura su una retina già predisposta a causa di particolari degenerazioni che la rendono poco resistente alle trazioni del corpo vitreo.
- Trazionale: avviene a causa di membrane che si formano sulla superficie retinica che esercitando trazione sollevano la retina. È tipico nei casi di ischemia retinica, dovuta a diabete, trombosi venose, ecc.
- Essudativo: In questo caso non vi è una rottura ma un’importante essudazione liquida sotto la retina causata da infiammazione, lesioni vascolari oppure neoplastiche.
Come già detto come conseguenza della trazione del vitreo (vedi miodesopsie o mosche volanti) si forma una rottura sulla retina attraverso la quale il fluido presente nell’occhio, si infiltra al di sotto della neuroretina sollevandola e separandola dall’epitelio pigmentato
Non necessariamente tutte le trazioni del vitreo provocano rotture sulla retina; vi sono condizioni predisponenti che la rendono più sottile e meno resistente alla trazione come nella miopia o particolari degenerazioni (degenerazioni a palizzata, fori retinici periferici ecc.). Meno frequentemente vi possono essere altre cause quali precedenti interventi chirurgici come cataratta, traumi oculari, il diabete negli stadi terminali, ecc,.
Ci sono dei sintomi che precedono il distacco di retina ed altri legati specificamente alla presenza del distacco.
I sintomi che possono manifestarsi prima che si verifichi il distacco di retina sono:
- Comparsa improvvisa di corpi mobili vitreali (miodesopsie)
- Improvvisi flash luminosi (fotopsie)
- Nei giorni precedenti il distacco di retina è presente in oltre la metà dei pazienti un distacco posteriore di vitreo, (DVP), che provoca i sintomi sopra detti.
- Uno scotoma, ovvero un’ombra o una tenda scura che copre parte del campo visivo.
La diagnosi si esegue facilmente esaminando il fondo oculare dove è possibile localizzare la rottura, valutare l’estensione del distacco e soprattutto, ai fini prognostici, l’interessamento o meno della macula.
Si ricorre all’Ecografia oculare nel caso in cui non sia possibile esaminare perfettamente la retina per opacità dei mezzi diottrici.
La terapia del distacco di retina è chirurgica e deve avvenire il più rapidamente possibile per evitare che aumenti con il passare del tempo. La prognosi è condizionata dall’entità del danno avendosi un buon recupero funzionale nei distacchi semplici e poco estesi peggiora in caso di complicanze e nei distacchi di vecchia data potendo arrivare alla perdita completa della vista, atrofia del bulbo oculare o talora sviluppo di un glaucoma neovascolare.
I trattamenti standard sono:
- Nel caso di solo rottura retinica: fotocaogulazione con argon laser. Questo trattamento consiste nel circoscrivere la rottura attraverso una “saldatura” dei suoi margini, creando una cicatrice che impedisca l’ingresso del liquido nello spazio sottoretinico. Il trattamento laser è risolutivo quando la rottura è diagnosticata precocemente.
- Quando invece il distacco coinvolge un’area significativa della retina è necessario intervenire chirurgicamente cercando di chiudere la rottura, rilasciare la trazione vitreale sulla retina ed evacuare il liquido sotto la retina. L’approccio può avvenire:
- Ab-externo: senza entrare all’interno dell’occhio si esegue un cerchiaggio dell’occhio con una banda di silicone in modo da avvicinare la parete esterna alla retina e favorire l’accollamento controbilanciando la trazione che tiene staccata la retina (chirurgia episclerale). Di solito l’intervento si esegue in anestesia locale ed è indicata nei distacchi semplici e nei soggetti giovani;
- Ab-interno: entrando all’interno dell’occhio (vitrectomia) attraverso dei fori praticati sulla sclera. Si asporta il vitreo, si procede a chiudere la o le rotture retiniche, si fa defluire il liquido sotto la retina e dato che il vitreo è stato asportato, a secondo dei casi si sostituisce con aria, gas oppure olio di silicone. In quest’ultimo caso sarà necessario un successivo intervento per asportare l’olio di silicone. Anche quest’intervento di solito si esegue in anestesia locale, è indicato nei casi più complessi e la prognosi visiva spesso non è buona pur in presenza di un riaccollamento della retina.